sabato 8 settembre 2007

E se la smettessimo con le fiction di mafia?

Comincia così l'articolo di ieri di Vasile sull'Unità che conferma i dubbi sulla completezza della fiction dedicata alla vita del generale Carlo Alberto dalla Chiesa. L'articolista ci racconta la completa mancanza nel film-tv del punto di snodo fondamentale della vita del generale: il fatto che sia stato completamente abbandonato,nella sua ultima attività di repressione della mafia in Sicilia, dallo stato. Quindi mancano i suoi sfoghi contro il potere per averlo lasciato senza mezzi, sfoghi coronati dal suo famoso incontro con Andreotti e l'invettiva contro "la famiglia politica più inquinata". Tutto ciò era prevedibile,molto prevedibile.Da anni ormai si producono e girano fiction sulla mafia che difettano di parti essenziali, è ovvio che film-tv o fiction devono essere compressi e non possono comprendere tutti i particolari, ma il passato ci ha insegnato che si sono volute scavalcare cose fondamentali. Nella fiction su Borsellino, lodata da chiunque, mancava completamente il testamento spirituale del magistrato: l'intervista rilasciata a due giornalisti francesi tre giorni prima che Falcone saltasse in aria e cinquanta giorni prima del suo attentato, intervista ripresa soltanto a notte fonda da rainews24 e mai più trasmessa,dove si raccontava l'indagine della procura di Palermo sui rapporti tra Berlusconi, Dell'Utri e Mangano, quest'ultimo pseudostalliere di Berlusconi, in verità mafioso, ora passato a migliore vita, giudicato come "uomo d'onore di cosa nostra, terminale del traffico di droga a Milano, testa di ponte dell'organizzazione mafiosa del nord italia". Nella fiction su Falcone mancano molti boicotaggi fatti da suoi colleghi all'interno della procura,le battute che faceva con Borsellino per sfottere i suoi colleghi che durante le interviste cercavano di dire qualsiasi cosa tranne la parola mafia. Nella fiction sulla cattura di Riina manca completamente il fatto che non si è ne' sorvegliato e ne' perquisito il covo dell'allora padrino da parte del colonello dei Ros Mori(poi divenuto capo del sisde ed infine sostituito sul finire del 2006)ed il capitano Sergio De Caprio(il famoso Ultimo, oggi colonello), finiti sotto processo per favoreggiamento semplice ed assolti dal tribunale di Palermo dalla richiesta dei pm poi modificata in prescrizione per reato di favoreggiamento semplice di stampo mafioso. Rimangono però molti dubbi in seno alla mancata perquisizione, errore grossolano, giustificato da inique motivazioni per due investigatori del calibro di Mori e De Caprio che però sono stati completamente assolti perchè non si è riusciti a trovare il nesso tra le loro azioni e il favoreggiamento. Ora, tra poco dovrebbe uscire "il Divo", film sulla vita di Andreotti concentrato solo sulle vicende degli anni '90(non sarebbe stato possibile fare diversamente ,troppe puntate, per dirla con Benigni il senatore è l'unico coetaneo in vita di Dante). Parlerà della sua prescrizione comminata dalla corte d'Assise di Palermo e confermata dalla Cassazione che gli appioppa il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso fino alla primavera dell'80?Ricorderà i vari incontri del Prescritto con esponenti mafiosi di spicco dell'epoca tra cui quello con l'allora boss Stefano Bontade prima e dopo l'omicidio del presidente della regione Piersanti Mattarella dove il mafioso gli rivelò di voler estirpare quella spina nel fianco? Ricorderà l'appoggio della mafia del tempo in Sicilia alla corrente andreottiana della Dc? Andreotti ha già dichiarato che questo film non sarà un panegirico.....un panegirico! Ma se verranno rappresentate tutte queste cose sarà una catastrofe altro che panegirico e quindi la nostra risposta è: Ma stiamo scherzando? Assolutamente no.

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