mercoledì 12 settembre 2007

I furbetti del botteghino

Qualcuno che in buona fede pensava che D'Alema e Fassino avrebbero accettato l'ordinanza del gip Forleo, rimettendo la questione in parlamento senza interferire, ci sarà rimasto davvero male. Hanno interferito e lo hanno fatto da par loro con due memorie, difensive in tutto e per tutto e anche aggressive, come al solito, nei confronti del gip la cui ordinanza è "errata giuridicamente", "si configura come un'improponibile richiesta di autorizzazione a procedere", mostra "animosità e acrimonia". Di questo ormai se ne è discusso tanto, ed un giurista rigoroso come Grevi ha sì contestato "l'invasione di campo del gip che non può prospettare ipotesi accusatorie, o anche soltanto apprezzamenti di colpevolezza a carico di soggetti non sottoposti ad indagine del pm", ma ha anche aggiunto che "le camere non dovranno farsi condizionare al momento in cui concederanno le richieste autorizzazioni". Speriamo, aggiungiamo noi, che vengano accolte, giacchè con l'aria che tira alla camera ci si può aspettare di tutto, soprattuto il diniego dell'ordinanza, e non scordiamoci che questo perverso meccanismo di richiesta da parte del gip alla camera di appartenenza del parlamentare intercettato è stato istituito dalla legge Boato del 2003 , "indecorosa,scritta con i piedi,grossolanamente invalida", così un principe del diritto come Franco Cordero, come ricorda oggi D'Avanzo, con il quale sono d'accordo altri esperti come lo stesso Grevi e Grosso. Bisogna anche aggiungere che nella richiesta inoltrata dalla procura al gip sulle intercettazioni da scremare, per essere inviate al parlamento, vi era scritto che che queste venivano utilizzate sia "a carico degli indagati", sia "a carico di altre persone da identificare" visto che comunque i pm indagano dopo l'autorizzazione per l'utilizzo processuale e possono quindi completare il quadro accusatorio. Ma, a parte tutto, se volevano fare una bella figura avrebbero dovuto dare il placet senza tanti attacchi, come l'intervista al tg5, e difese inutili come queste memorie, dove in sostanza si cerca di negare punto per punto il coinvolgimento(ammettendo però la simpatia per l'operazione) di D'Alema, riguardo l'ipotesi di aggiotaggio ed insider trading, minimizzando il ruolo del presidente ds nella trattativa tra Consorte e Caltagirone e quella tra lo stesso ex-presidente dell'Unipol e Comincioli, e respigendo completamente l'ipotesi di accusa di aver avvertito Consorte. Riguardo Fassino, anche lui nessun coinvolgimento e solo tanta tanta simpatia per il progetto di scalata, anche se per il segretario ds non si configurerebbe nessun'ipotesi di accusa. Ora, a parte tutto, ci auguriamo ovviamente che La Torre, D'Alema e tutti gli altri ne escano puliti, felici e contenti, ma al di là dei rilievi penali, è impossibile non accorgersi dell'estremo interessamento dei vertici dei Ds nella scalata Unipol-ds:La Torre e Consorte che pattuiscono la mediazione di D'Alema con Caltagirone e Comincioli, i controppatisti, per avere il 27,5% di Bnl ad un prezzo più basso che prima Consorte si poteva solo sognare. Questo è quello che viene fuori leggendo le intercettazioni e sembra abbastanza chiaro che personaggi di prim'ordine nel governo e nella vita politica del pase aiutavano immobiliaristi, ora tutti con problemi giudiziari(e qualcuno anche prima), senza informare gli elettori ed agendo sottobanco. Ci si domanda:ma a che pro? Qual'era il fine? Ecco, qui vorremmo proprio una solida risposta dal ministro degli esteri, così delizioso quando parla di politica estera, un pò meno quando i giornalisti s'interessano alle sue ombre(chiedetelo a quel povero giornalista della Stampa cacciato malamente dal Diplomatico dall'aereo della farnesina).

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